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Domenica, 21 dicembre 2014Cos'è la moneta fiat?![]() Un altro problema che è sorto è stato quello di poter dare un valore al favore. Ad esempio, se in cambio del nostro raccolto di pomodori ricevessimo una breve grattatina sulla schiena, la volta successiva non saremmo più disposti a cedere i pomodori. La soluzione è stata quella di ricorrere ad un oggetto di scambio, cioè una moneta: qualcosa che potesse rappresentare un valore ed essere scambiato immediatamente per beni o servizi. Grazie all’introduzione della moneta si è potuta sviluppare un’economia complessa, partecipata da persone differenti, con prodotti o servizi dalla natura più disparata, e soprattutto fu possibile introdurre transazioni tra persone sconosciute. Dawkins definisce la moneta come “un gettone formale di altruismo reciproco differito nel tempo”. È importante comprendere questo concetto: dare una moneta a qualcuno in cambio del suo favore, è come una delega che lo mette nelle condizioni di poter ricevere qualcosa in cambio, a sua scelta ma dal valore simile, nel momento in cui ne ha bisogno, anche da una persona che non è stata coinvolta direttamente nella transazione originale. Le qualità di una moneta ideale sono:
Inizialmente, nelle tribù primitive si usarono pietre, conchiglie, ossa delle prede, e nell’arco di diverse migliaia di anni si è arrivati a selezionare diversi metalli più o meno preziosi, tra cui l’oro. L’utilizzo di monete di metallo prezioso però ha molti limiti, in particolare sulla sicurezza: un trasferimento di denaro potrebbe andare perduto (ad esempio da una nave che affonda) o essere rubato. In Cina durante il medioevo hanno quindi introdotto un sistema di “banconote” cartacee, che rappresentavano un “ordine di pagamento” per una specifica quantità di oro, e in qualunque momento era possibile convertirle in oro fisico oppure utilizzarle a loro volta per effettuare un pagamento, evitando così i rischi derivati dal trasporto. Si costituirono delle banche centrali le quali conservavano l’oro. Periodicamente i banchieri regolavano i conti tra loro, trasferendo solo la quantità d’oro corrispondente al saldo di tutte le operazioni effettuate. In seguito tramite l'uso di questa pratica, venne creato il “sistema aureo” o “gold standard”, dove ad ogni moneta veniva attribuito un tasso di cambio ben specifico nei confronti dell'oro. Anche questo sistema però ha un difetto: non è semplice poter verificare se una banca centrale dispone della quantità di oro dichiarata. È quindi necessario doversi fidare della loro onestà. Possiamo ora comprendere che esistono due tipi di valore per una moneta: il valore intrinseco e quello nominale. Una moneta ha un valore intrinseco corrispondente al valore di mercato del materiale con cui è prodotta, ed ha un valore nominale corrispondente al quantitativo di denaro solitamente scritto su di essa. Con il diffondersi dell’utilizzo delle banconote, e per ripagare i deficit nazionali, i poteri politici hanno incominciato a istituire le monete a circolo forzoso: sistemi monetari in cui la le monete non sono basate su un metallo prezioso o un altro tipo di valore, e quindi non sono cedibili all’istituzione emittente in cambio del loro valore nominale (non sono convertibili). Le autorità possono quindi coniare monete nella quantità desiderata e non più in base all’oro o altri valori presenti nelle proprie riserve. Per definire questi strumenti di pagamento privi di qualsiasi contropartita in beni si usa l’espressione “moneta fiat” o “moneta legale”. Molte delle monete che conosciamo, come il dollaro, la ormai passata lira, il franco svizzero, in passato aderivano al gold standard, ma nei primi anni del 1900 furono trasformate in moneta fiat. Anche l'euro appartiene a questa categoria. Il riconoscimento del valore nominale dipende solo dalla fiducia di poter cedere il denaro ricevuto come pagamento a qualcun altro in cambio di altri beni o servizi, ma soprattutto dall’obbligo legale di accettare tale moneta come pagamento. È quindi evidente e che la moneta fiat non offre nessun tipo di tutela contro l’abuso di potere nel coniare monete nuove e del rischio di inflazione (e perdita di valore) che ne consegue. Razionalmente ci verrebbe spontanea una domanda: perché si usa questo tipo di moneta e non un’alternativa più sicura? È evidente che nessuno di noi cederebbe un bene o un servizio in cambio di un pezzo di carta, se esso non consentisse di cederlo a sua volta per altri beni o servizi. La risposta è semplice: I governi la impongono come unico mezzo legale per effettuare i pagamenti nell’ambito di un territorio. È reato obbligare qualcuno ad effettuare un pagamento in baratto o con monete diverse, ed è reato rifiutare la valuta ufficiale come mezzo di pagamento. La pena è la reclusione. Trackbacks
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