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Sabato, 24 novembre 2007Italia.it: negato l'accesso agli atti
Vi ricordate del famoso portale italia.it di cui vi avevo già parlato qualche settimana fa? Un'associazione consumatori (Generazione Attiva) si è mossa chiedendo lumi su come sono stati spesi i soldi per la realizzazione del portale italia.it. A quanto pare non ci è concesso di sapere.
Eppure i soldi sono i nostri. Scandaloitaliano aveva chiesto chiarezza sull'operazione italia.it, ma nonostante le 1500 firme raccolte per poter avere maggior documentazione, gli è stato risposto che la richiesta sarebbe dovuta pervenire da parte di un ente che rappresentasse i consumatori. E così si è mossa Generazione Attiva. Nonostante questo, il governo si è rifiutato di documentare il 'conto' di 45 milioni di euro. Qui c'e' la richiesta e qui la risposta. Queste notizie non dovrebbero passare inosservate, ma scommetto che nessun giornale e nessuna TV ne parlerà. Chissà come mai! Per chi non avesse seguito la vicenda, riporto alcune fonti che descrivono la storia del portale da 45 milioni di euro, le vicende che l'hanno portato alla chiusura, e il rifiuto dell'accesso agli atti per verificare come sono stati spesi i soldi pubblici: - La storia su Scandaloitaliano. - La chiusura di italia.it, scandaloitaliano. - La descrizione della storia su webimpossibile. - L'analisi su Themillionportalbay. - La storia di italia.it su guardavalle online. Ripugnante. Giovedì, 22 novembre 2007Internet e censura
Penso che ormai tutti abbiano più o meno sappiano che in Cina il governo, dietro scuse non molto ragionevoli, obbliga gli internet provider ad adottare dei filtri che impediscono l'accesso libero alla rete. Quando qualcuno cerca insistentemente di accedere ai siti banditi, rischia di venire addirittura disconnesso.
Sono stati considerati sovversivi anche molti siti commerciali, siti di notizie, blog, forum, e addirittura i motori di ricerca. Tra questi siti vi sono ad esempio Blogspot, Idletype, Freechina, Internetfreedom, Amnesty, Humanrightswatch, Geocities, Yahoo News Asia, Chinatopnews, CNN, Christusrex, Amazon, E-bay, Linux, Slashdot, Babelfish, MIT, Casa Bianca, e moltissimi altri. Nonostante ci siano quasi 20 milioni di utenti che scrivono nei blog, pochissime volte essi trovano il coraggio di ciriticare il governo, e sono già state arrestate più di 50 persone per essersi espresse liberamente sulla rete. Gli internet provider invece hanno la responsabilità di controllare i contenuti, impiegando una quantità molto grande di persone che si occupano di mantenere aggiornati tutti i sistemi di filtraggio in modo da impedire l'accesso ai materiali ritenuti sconvenienti. Ad esempio, il governo Cinese ha stabilito che la musica straniera dovrà essere approvata dal Ministero della Cultura prima di essere importata. Di conseguenza, gli internet provider cercano di bloccare e impedire che gli utenti cinesi possano scaricare canzoni e musichette che non siano approvate. Purtroppo, prendendo esempio dalla Cina, altre nazioni (poco più di una decina) hanno cominciato ad applicare filtri più o meno evoluti sulla rete, in Bielorussia ad esempio, esiste un monopolio statale nelle telecomunicazioni, e vengono normalmente bloccati i siti divulgativi dell'opposizione nei periodi di elezioni e vengono sabotati i siti di informazione indipendenti. In Russia Putin sta tentando di "staccare" l'Internet russa dal resto di Internet e sta progettando una sua rete che sia completamente controllabile. Il suo governo sta cominciando a incutere paura negli utenti della rete al punto da influire sugli autori di blog e addirittura nelle chat. Per eliminare l'opposizione politica ha già comprato siti di informazione, manipolandoli in modo da non essere più una minaccia alla sua autorità, tra i quali www.gazeta.ru. Non trovo giusto che nel 2007 ci siano ancora luoghi sul nostro pianeta dove i diritti umani non vengono rispettati. E' palese che in queste nazioni si tende a reprimere la libertà e a manipolare l'informazione solo a scopo di detenere il controllo e il potere anche quando si va contro l'interesse pubblico. Mercoledì, 14 novembre 2007Clemente Mastella denuncia Beppe Grillo
"La magistratura è stata fermata dalla politica. Una volta, nel 1992, con Falcone e Borsellino si usava il tritolo. Oggi interviene direttamente il ministro della Giustizia".
Questa è la frase che ha mandato su tutte le furie Clemente Mastella, al punto da muoverlo ad intraprendere azioni legali nei confronti di Beppe Grillo. Personalmente credo che Grillo a volte esageri un pò con le affermazioni, e che spesso parla di argomenti dei quali non è profondamente a conoscenza, per cui qualche stupidaggine gli scappa. D'altra parte è un comico. Però in quello che dice, spesso c'e' della verità, e ogni tanto mi trova dalla sua parte. Io ho firmato la sua iniziativa. Ribadisco quello che mi è già capitato di dire: per ottenere giustizia in Italia diventa sempre più frustrante rivolgersi alle autorità ufficiali, mentre risultati più rapidi si trovano appellandosi al Gabibbo, alle Iene, al Capitan Ventosa e a Beppe Grillo. Che immagine avrà il mondo di noi? E non parlo generalizzando. Pochi giorni addietro, attraverso una truffa, è stata rubata l'auto ad un mio amico il quale ha pubblicato un annuncio di vendita su una rivista del settore. Esponendo denuncia si è sentito rispondere: "Lasci perdere, a quest'ora l'avranno già smontata, non la troverà mai più". Scoraggiante. La tipologia di truffa è prontamente replicabile, quanto ci vuole a pubblicare alcuni annunci-esca e tendere una trappola a queste persone losche? Dobbiamo aspettare che lo faccia Moreno Morello su Striscia la notizia???? |
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