
Forse qualcuno di noi non ha avuto modo di conoscerlo. Come per moltissimi altri ragazzi ormai trentenni, anche per me è stato il primo computer. Mi è stato regalato a Natale 1983. Che ricodi!
Il Commodore 64 (conosciuto da tutti come C64) oggi potrebbe sembrare un dispositivo fin troppo banale, ma ai suoi tempi, nonostante le modeste caratteristiche, disponeva già di funzionalità avanzate che lo hanno reso talmente versatile da essere stato la piattaforma di "partenza" di tantissimi informatici di oggi.
Questo computer aveva la forma di una tastiera un po' più spessa delle attuali, sotto la quale risiedeva il computer vero e proprio. Era dotato di memoria di 64Kbytes divisa in una parte di 32K dove risiedeva fondamentalmente l'interprete BASIC e di una parte di 32K di memoria RAM. Il processore era un Motorola 6510A, disponeva di una risoluzione di 320 x 200 pixel a 16 colori, aveva un sintetizzatore audio molto versatile e si collegava alla TV la quale andava sintonizzata sul "canale" giusto. Commodore ne ha venduti 17 milioni in tutto il mondo.

Il primissimo impatto è stato un po' frustrante: dopo la lunga attesa (ebbene si, era il regalo di Natale, e fino a tal giorno non si sarebbe potuto toccare!), e dopo aver collegato tutto, l'ho acceso e mi sono trovato davanti alla famosissima schermata blu. Non sapevo cosa dovevo fare. Scrivevo le cose più banali tipo: 3 + 5, premevo invio, e il risultato era un incomprensibile "Syntax error". Ma il fascino di quella schermata blu, e l'emozione di avere un computer tutto mio, l'hanno resa una sfida. Nei giorni seguenti, leggendo il manuale e cominciando a capirci qualcosa, un nuovo mondo si è aperto. Era divertente. Ho perso il conto di quante ore ho dedicato a "smaneggiare" su quella scatoletta beige.
Mi ricordo che gli adulti e i genitori (e non solo i miei) non ci capivano nulla sul suo funzionamento, e che gli insegnanti a scuola lo disprezzavano facendomi addirittura sentire in colpa per utilizzare uno strumento così innovativo.
Inizialmente l'ho usato soprattutto per giocare. C'erano molti giochi semplici, che però erano capaci di tenermi incollato alla TV per parecchie ore. Ricordo anche che c'erano Joystick di tutti i tipi ma che condividevano tutti la stessa struttura: 4 switch per le quattro direzioni, più uno per il pulsante. La maggior parte di essi avevano contatti lamellari che messi a dura prova non sopportavano l'usura causata da giochi come Decathlon o Winter games e si guastavano facilmente. Ho distrutto diversi Joystick prima di trovarne uno funzionante a microswitch, che mi ha accompagnato per anni senza più rompersi (l'ho usato anche con il successivo computer, il Commodore Amiga).
La voglia di capire come funzionavano i giochi, mi hanno poi portato ad imparare dapprima il
BASIC e poi l'
Assembly 6510. Più si andava a fondo nel conoscere la macchina, più diventava divertente lavorarci. Era davvero studiato bene, lasciava spazio alla creatività, aveva qualcosa di magico.
Lo conservo ancora in cantina; non so se funziona ancora, ma non riesco a separarmene. Per chi lo volesse usare, esistono diversi
emulatori in grado di riprodurre fedelmente il C64 e permettere di far funzionare i suoi giochi e programmi. Ci sono un'infinità di siti con una numerosa community di fan. Esiste una band (
Press play on tape) che suona le musichette dei giochi più famosi.
Uno degli emulatori più conosciuti è
VICE. Alcuni giochi si possono trovare su
www.c64.com.
Potrei scrivere decine di pagine riassumendo tutti i ricordi e le scoperte fatte durante intere giornate sulla tastiera, le arrabbiature quando, dopo decine di minuti, un programma non si caricava correttamente dal
registratore a cassette, le emozioni di provare giochi nuovi, il fascino della prima stampante (MPS 801 tanto lenta quanto rumorosa) e non penso di sbagliarmi troppo se dicessi che il C64 ha condizionato decisamente la mia vita!