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Sabato, 3 maggio 2008Non si augura "Buon volo"!
Oggi sono stato a Calcinate, come di consueto. Sono arrivato alle 8.25 e nonappena sceso dalla macchina, sono stato avvisato del funzionamento anomalo della rete aziendale. Con un veloce controllo attraverso il computer dell'ACAO, mi sono accorto del problema riguardante il datacenter di Milano. Dopo essermi accertato delle cause e rendendomi conto di non poter fare null'altro, ho deciso di proseguire la giornata al club.
Ho prenotato l'aereo, l'ho lavato, ho eseguito i controlli e ho aiutato alcuni amici e colleghi a preparare i loro alianti e a schierarli in linea, in attesa del mio turno. Nel frattempo decine di telefonate continuavano a far squillare il mio cellulare, da parte di vari clienti afflitti indirettamente dal problema al datacenter, i quali dopo aver ascoltato la spiegazione, mi hanno prontamente augurato un "buon volo!", seguito da un classico scaramantico grattatio pallorum del sottoscritto. Arrivato il mio turno, tutti i miei amici erano già in volo e ho avuto qualche difficoltà a schierare il mio aliante. Ringrazio comunque i colleghi di linea che gentilmente mi hanno aiutato e supportato durante questa fase. Dopo essermi preparato velocemente per il volo, e seduto al posto di pilotaggio e mentre l'aereo trainatore si stava dirigendo verso di me, arriva prontamente una chiamata dall'ufficio comunicandomi che probabilmente il guasto al datacenter era rientrato, ma che i miei server non si erano riavviati correttamente. Ormai era il mio turno e ho deciso di decollare lo stesso. Ho fatto gli ultimi controlli della check-list, mi hanno agganciato il cavo per il traino, e sono decollato. Dopo pochi secondi mi sono reso conto che chiudendo la cappottina, il filo di lana è rimasto incastrato davanti e quindi non poteva svolgere la sua funzione. Nonostante sia importante, non è uno strumento che impedisce di poter volare, e così inizialmente ho pensato di proseguire con il volo, senza allontanarmi troppo dall'aereoporto. Dopo lo sgancio a 1000 metri trovo subito una termica con la quale arrivo a quota 1300, ma la mancanza del filo di lana, la preparazione al decollo un po' affrettata e lo stress per quanto accaduto al datacenter in mattinata, non mi permettevano di concentrarmi sul volo, così ho deciso di dirigermi verso il circuito per l'atterraggio. Il volo è stato poco più di una planata, non mi sentivo a mio agio, e comunque mi ha fatto capire cosa significa andare in volo non serenamente. La prossima volta saprò valutare meglio la situazione. Ne approfitto per rendere noto ai "non piloti" che, per tradizione, augurare "buon volo" porta sfortuna. Non sono superstizioso, ma mi piace mantenere l'usanza. Se si vuole fare un augurio, è preferibile un "buon atterraggio". Trackbacks
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