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Martedì, 4 marzo 2014Il fallimento è una possibilità![]() Articolo originale di Andreas Antonopoulos, apparso sul suo blog personale il 2 Marzo 2014, tradotto con la collaborazione di Dusty per Il Portico Dipinto. Nel libero mercato, fallire è sempre una possibilità. Gli Stati Uniti hanno una cultura imprenditoriale molto fervida, dove milioni di persone avviano piccole attività, creano nuovi prodotti e inventano nuove tecnologie. Questa cultura, per le nuove imprese, comprende il concetto di poter fallire velocemente, in modo economico, facendo in modo che possa diventare utile, imparando dagli errori. Le culture che invece puniscono anche i fallimenti minori con vergogna, esclusione e disapprovazione non promuovono di certo l'imprenditoria perché impediscono la sperimentazione rendendola troppo rischiosa.Ultimamente gli Stati Uniti sono stati infettati dal mantra "fallire non è contemplato", una fallacia arrogante spacciata per ovvietà, che sostiene l'idea che il rischio può essere rimosso dalla vita, che la sicurezza al 100% e il controllo al 100% siano qualità reali e addirittura desiderabili. Coloro che cercano di eliminare la possibilità di fallire, per rendere meno rischiosi i sistemi finanziari, portano conseguentemente ad un aumento della probabilità di fallimenti impressionanti. Eliminando la possibilità di fallire in modo rapido e poco doloroso, amplificano il rischio ed aprono le porte a fallimenti enormii e costosi su tutti i fronti. Negli anni '70, gli Stati Uniti hanno sviluppato delle regole forestali che promettevano il 100% della prevenzione degli incendi boschivi. Chiamiamo queste regole "incendio non contemplato". Questi regolamenti hanno portato alla soppressione sistemica di tutti i piccoli roghi causando dei forti squilibri nell'ecosistema, dove gli incendi ormai non solo sono possono accadere, bensì sono diventati un vero disastro. Sappiamo che l'incendio è una parte naturale del ciclo vitale dei boschi. Senza incendi le foreste si sviluppano troppo, trasformandole in una fonte di incendi ben più grandi e caldi. Quando un incendio divampa in questi boschi gestiti dove i roghi sono stati soppressi per anni, esso brucia così intensamente che il calore generato fonde il terreno, vetrificandolo. I piccoli incendi che avrebbero permesso ad alcuni alberi di sopravvivere sono diventati talmente catastrofici da spogliare le colline e spazzare via l'intero ecosistema. Il nostro sistema finanziario è diventato come un bosco mal gestito, che fa accrescere al suo interno la probabilità di un incendio devastante. Il capitalismo e l'innovazione imprenditoriale coinvolgono il rischio, in quanto componente fondamentale dell'evoluzione dell'impresa. Quando le aziende possono fallire, le loro risorse vengono riallocate nel mercato, proprio come un fuoco che converte il sottobosco in fertilizzante per la generazione successiva di alberi. Se alle aziende viene impedito di fallire e vengono assistite per mantenere l'illusione di solvibilità, marciscono sprecando sempre più risorse e incrementando ulteriormente i rischi. Alla fine i salvataggi devono essere seguiti da salvataggi ancor più grandi ed infine ricapitalizzazioni forzate[fn]Bail-in: http://en.wikipedia.org/wiki/Bail-in#Bailout_vs._bail-in[/fn], finché il meccanismo che conduce al "troppo grande per fallire" diventa "troppo grande da salvare" e l'economia subisce una catena devastante di fallimenti. La limitazione dei rischi aumenta il rischio di fallimento e trasforma il rischio localizzato in un rischio sistemico. Impedendo i piccoli incendi, si otterrà un incendio di proporzioni enormi che vetrifica il terreno. A fine Febbraio, l’exchange Mt.Gox, nonostante avesse ogni sorta di problemi da fin troppo tempo, è fallito. È ancora troppo presto per sapere cosa è successo esattamente e cosa succederà prossimamente, ma posso fare alcune previsioni: Mt.Gox non verrà salvato. I concorrenti di Mt.Gox non sarano obbligati a tassare i loro clienti per supportare i clienti e gli investitori di Mt.Gox. La moneta bitcoin non verrà inflazionata per facilitare il mantenimento dell’operativitià di Mt.Gox. Mt.Gox non riceverà prestiti allo 0% per 5 anni, sconvolgendo gli incentivi dell’intero mercato. Gli altri exchange di bitcoin non avranno alcun interesse a cercare di ottenere questi prestiti allo 0% invece di ingegnarsi ed innovare. Mt.Gox non potrà acquisire aziende più piccole per gonfiare il bilancio e nascondere le perdite e non verrà acquisito da un exchange più grande grazie a prestiti fatti dai minatori per nascondere la sua insolvenza. I dirigenti di Mt.Gox non verranno premiati creando nuovi bitcoin e con nuove tasse. Mt.Gox non godrà di una moratoria per le sue malefatte perché sono troppo importanti per poter essere processati. Mt.Gox non diventerà sempre più grande e sempre più insolvente in futuro. Probabilmente alcune delle persone coinvolte finiranno in carcere. I suoi dirigenti non verranno invitati a Davos per festeggiare con i governanti. No, queste sono cose che accadono regolarmente nell’economia “reale” dove l’eliminazione del rischio è l’ultima moda, ed l’essere “troppo grandi per fallire” diventa “essere troppo grandi per andare in galera”. Mt.Gox semplicemente fallirà. Fallirà in modo isolato, in un modo che non creerà fallimenti sistemici. Possiamo e dobbiamo dispiacerci per le perdite e le tragiche conseguenze che hanno subito i clienti di Mt.Gox, ma non c’è da dispiacersi per il suo fallimento. Non è un fallimento di Bitcoin come moneta o un fallimento del capitalismo. Questo è proprio il modo in cui deve funzionare il capitalismo. Il fatto che un tale fallimento ci sembra strano e sgradevole ci mostra solo quanto ci siamo allontanati dalla vera competizione e dal capitalismo, facendoci tentare dalle belle promesse dell’abbandono del rischio. Nel mondo Bitcoin almeno, il fallimento è una possibilità. Far fallire Mt.Gox è una cosa buona e non potrà che rendere Bitcoin più forte. Fa paura avere gli occhi aperti, ma è meno pericoloso che tenerli completamente chiusi cullandosi nella delirante illusione del capitalismo privo di rischi. Il fallimento porta con sé il rischio ma anche innnovazione e terreno fertile per una nuova crescita. Bentornati nel libero mercato, dove il fallimento è sempre una possibilità concreta. 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