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Domenica, 15 ottobre 2023L'apparato statale repressivo e l'apparato statale ideologico![]() Coloro che siedono sul trono del potere sono animati da un chiaro intento: preservare l'attuale stato delle cose, custodire gelosamente il proprio regno di autorità e privilegi. D'altro canto, si potrebbe naturalmente presupporre che la maggioranza, meno avvantaggiata in termini di potere e ricchezza, aspiri a un cambiamento radicale che riequilibri le sorti, garantendo a ciascuno una porzione di dignità e benessere. Un cambiamento orientato verso una società più produttiva sembrerebbe un obiettivo condiviso, un modo per ingrandire la torta disponibile a tutti. Ma qui risiede l'inganno. Perché una tale trasformazione implicherebbe una ridistribuzione del potere, una limitazione dell'autorità di coloro che ora regnano sovrani. E chi ha dedicato una vita a costruire un impero di potere, non è incline a deporre le armi e cedere il proprio dominio volontariamente. Possono esercitare il loro potere mediante violenza fisica, assicurandosi di avere i mezzi per farlo. A questo scopo, dispongono degli Apparati Statali Repressivi (ASR). Qui troviamo la polizia, l'esercito, il sistema giudiziario e le prigioni. Teoricamente, queste istituzioni dovrebbero servire gli interessi della società, ma nella pratica, sono al servizio della classe dominante. La polizia spesso gioca un ruolo chiave nella soppressione dei dissidenti: un esempio lampante è quello di Robert Chasowa, studente e attivista politico del Malawi. Chasowa, noto critico del governo del presidente Bingu wa Mutharika, è stato trovato morto nel 2011 in circostanze misteriose, e nonostante le autorità abbiano rapidamente concluso trattarsi di un suicidio, permangono sospetti che la sua scomparsa sia stata un omicidio orchestrato a causa delle sue posizioni politiche. Un parallelismo può essere tracciato con le recenti manifestazioni in tutta Italia, dove la popolazione ha alzato la voce contro le rigide misure di lockdown e le politiche vaccinali. Anche in questo caso, le forze dell'ordine sono intervenute con decisione, usando la forza per soffocare le proteste e limitare la libertà di espressione dei manifestanti. Il sistema giuridico è stato un ulteriore strumento di controllo, con l’applicazione di arresti, detenzioni e sanzioni pecuniarie a carico dei partecipanti alle proteste. È evidente come, in situazioni del genere, i poveri sono mantenuti in stato di fermo per tempi indefiniti, mentre chi possiede adeguate risorse può eludere le conseguenze più gravi, navigando attraverso le maglie legali o comprare la propria libertà attraverso cauzioni o tangenti. Queste forze, benché si presentino come pilastri di giustizia e ordine, in realtà agiscono come strumenti di coercizione e mantenimento dello status quo, precludendo un’autentica equità e giustizia sociale. La repressione fisica, sebbene possa essere efficace, ha un costo elevato e dei limiti ben definiti. Esistono modi più economici ed efficienti per mantenere il controllo sulla popolazione senza dover necessariamente ricorrere all'uso della forza. A questo scopo, la classe dominante utilizza gli Apparati Statali Ideologici (ASI). Questi includono i media, la scuola, la chiesa e altri simili istituti. Questi apparati hanno il compito di allineare la popolazione, indottrinandola con le norme e i valori della classe al potere. Il governo, rappresentato in modo emblematico dalla figura del Presidente, esercita un controllo diretto sui media e le scuole pubbliche. Anche i media e scuole private, tuttavia, sono di proprietà delle élite economiche: una persona meno abbiente non ha infatti la possibilità economica di fondare un giornale o un'emittente televisiva. Inoltre lo stato controlla il contenuto degli esami, e quindi indirettamente anche i programmi scolastici. In questo modo, la classe dominante mantiene un controllo pervasivo su queste istituzioni, utilizzandole per modellare il nostro modo di pensare a proprio vantaggio. Il sistema educativo è probabilmente l'ASI più efficace. È qui che, da giovani, quando le nostre menti sono ancora facilmente plasmabili, apprendiamo forme e concetti utili agli interessi della classe dominante. A scuola acquisiamo abilità che tornano utili a questa classe: se sappiamo calcolare, possiamo gestire per loro l'amministrazione; se sappiamo scrivere, possiamo diffondere l'ideologia dominante attraverso i giornali; se sappiamo usare l'elettronica, possiamo propagare la stessa ideologia via radio e televisione. Ma c’è un’altra dimensione, forse ancora più funzionale agli interessi dei potenti: a scuola impariamo a obbedire a chi ha più potere. Veniamo puniti con voti bassi e, una volta, anche con violenze fisiche se non agiamo come ci viene detto. Impariamo a non mettere in discussione l’autorità, a non indagare i motivi della nostra posizione svantaggiata. Apprendiamo che dobbiamo fare ciò che ci viene ordinato, che è un nostro problema se viviamo in condizioni precarie e che, indipendentemente dalle condizioni economiche avverse, dovremmo avviare un'attività propria se non abbiamo un reddito. Impariamo anche che potremmo essere licenziati per aver fatto domande scomode. Il nostro sistema scolastico ci condiziona conformemente agli interessi della classe dominante. Dobbiamo cambiare questa situazione. Abbiamo bisogno di un sistema scolastico che stimoli la nostra immaginazione, che incoraggi il pensiero indipendente, che ci insegni a mettere in discussione la realtà: perché alcuni hanno potere su di noi? Perché alcuni hanno tanto mentre molti altri hanno così poco? Cos’è il patriottismo? Perché qualcuno ha il potere di dirmi cosa fare? Perché qualcuno ha il potere di ordinare alla sua polizia di spararci con munizioni vere? Perché possiamo votare solo per i candidati della classe dominante? Perché siamo rappresentati così male? Perché dovremmo essere rappresentati da vecchi ricchi, invece di governare noi stessi? Dobbiamo promuovere un'educazione che sviluppi una coscienza critica. Esistono già metodi per farlo. Potremmo farlo se lo scegliessimo. Ma quello che facciamo è conformarci per evitare problemi. Di conseguenza, non ci sviluppiamo, rimaniamo nella stessa situazione: una classe dominante che ruba il denaro guadagnato con fatica, si pone al di sopra della legge, non rappresenta la popolazione e vive uno stile di vita opulento mentre la popolazione, per la maggior parte, vive in povertà assoluta. Questo non è il come dovrebbe essere la nostra vita e dovremmo insegnare alle nuove generazioni a porsi domande difficili e a trarne le conclusioni, a non avere paura di alzarsi e dire la verità. Non avere paura di organizzarsi. Non avere paura di protestare. Non avere paura di mettere in discussione lo status quo che è buono solo per la classe dominante: i ricchi, i potenti, i privilegiati. Lunedì, 13 settembre 2010Il nostro governo, visto da fuori![]() Chi non conosce l'inglese può provare a leggere la versione tradotta automaticamente da Google, che pur non essendo perfetta, rende una vaga idea sul tono dell'articolo. Di questo passo, tra crisi economica ed enormi palate di fertilizzante che riceviamo dall'opinione pubblica, avremo tutti un futuro prospero. Come agricoltori. Questa farneticazione (è la traduzione italiana più vicina che ho trovato alla parola inglese "rant", che mi sembra più opportuna) quasi sicuramente non contribuirà a migliorare la situazione, ma almeno farà sorridere malinconicamente qualcuno (un po' come fanno i clown). Si arriverà ad avere un po' di serietà in politica? Venerdì, 15 febbraio 2008Italia.it .. si continua!
Sembra che la storia non sia finita... Su Altroconsumo c'è un articolo che spiega come i lavori per il costosissimo portale di cui avevamo già parlato in passato (qui, qui e qui) stiano procedendo. Sono stati stanziati 21 milioni di euro alle regioni più altri 9 per ristrutturare il sito. Sono cifre veramente enormi per la gestione di un sito web.
Con 9 milioni di euro potrei cablare la provincia di Novara con la fibra ottica e fornire accesso a larghissima banda (centinaia di mbit/s) a basso costo! Però a me non li danno! Domenica, 3 febbraio 2008Censura & internet
Anche se si tratta dell'Afghanistan, non riesco a spiegarmi come possano ancora accadere queste cose nel 2008:
Un articolo sull'Independent riporta questo: A young man, a student of journalism, is sentenced to death by an Islamic court for downloading a report from the internet. Un ragazzo di 23 anni ha scaricato il rapporto di uno studio da internet, il quale dichiarava che l'oppressione delle donne da parte dei fondamentalisti islamici è causata da un'interpretazione errata del pensiero di Maometto. Egli l'ha distribuito a studenti e insegnanti con lo scopo di ottenere un dibattito sull'argomento. Ma qualcuno si è offeso e l'ha denunciato. Con l'accusa di blasfemia è stato arrestato, processato senza alcun supporto legale, e infine è stato condannato a morte. Sabato, 19 gennaio 2008Oggi chiude italia.it
Rutelli aveva già esplicitato le sue intenzioni al portale italia.it, se ne era già parlato nel mio post in merito allo spreco di soldi investiti nel portale, e il rifiuto da parte delle autorità di controllare le spese per la realizzazione del sito. Oggi il portale il cui logo da solo è costato €100.000,00 è stato chiuso, silenziosamente, senza che la notizia fosse ripresa dalla stampa. Ecco un minuscolo articoletto su un blog presso Il Corriere della sera.
Martedì, 18 dicembre 2007La legge Finaziaria del 2007
Tra ieri e oggi, nei ritagli di tempo serali, mi sono letto la legge finanziaria (L.127/2007) del 2007. Vorrei portare all'attenzione alcuni dettagli:
Articolo 6, comma 3: Capisco l'AIDS e un po' meno la malaria, ma casi di tubercolosi in Italia non mi pare ce ne siano così tanti! Articolo 6, comma 5: €4.200.000.000 ad ANAS per sistemare la viabilità... e agli operatori di telecomunicazioni per realizzare la nuova rete in fibra ottica? Articolo 5, comma7: Chi mi spiega cosa sono le realtà socio economiche delle zone confinanti tra le regioni??? Articolo 8, comma 1: Le aziende che creano perdite e non riescono a stare in piedi da sole dovrebbero venir assegnate ad altri amministratori, e si dovrebbe verificare l'efficienza del personale. Invece no, oltre alle somme già stanziate, quest'anno si sono aggiunti €250.000.000. Articolo 8, comma 3: E altri 700 milioni di euro alle Ferrovie... Perchè invece non vengono dedicate maggiori attenzioni allo sviluppo di nuove imprese, tecnologie e telecomunicazioni? L'infrastruttura di distribuzione dell'accesso ad internet in fibra ottica è ormai una necessità consoldata. Sono queste le cose che potrebbero portare la situazione economica verso un miglioramento, creare occupazione e soprattutto creare valore e competitività per la nostra Nazione. Lunedì, 17 dicembre 2007Italia: Dove stiamo andando?
Secondo i dati fornito da Eurostat, pare che l'Italia stia peggiorando le sue condizioni economiche. All'estero governo e pubblica amministrazione si stanno muovendo in modo dinamico e razionale, mentre qui siamo tutt'ora controllati da persone fin troppo anziane, e che spesso pensano soprattutto ai loro interessi. La Banca mondiale, nella sua classifica sul potere d'acquisto delle più grandi nazioni del mondo, e l'Italia si trova in nona posizione. Persino Russia e India l'hanno superata.
I media spagnoli comunicano entusiasti che il PIL per abitante della loro nazione ha superato il nostro, nonostante la Spagna fosse uno stato economicamente molto meno sviluppato del nostro, fino a pochi anni or sono. E qui da noi cosa succede? In politica i leader si prendono per i fondelli a vicenda cercando di screditare l'un l'altro, ma nessuno si preoccupa di portare un risultato oggettivo. Credo che alle prossime elezioni non voterò, tanto i risultati sarebbero identici, ovunque dovessi mettere la crocetta. So che questo post non risolve nulla e che probabilmente ciò che ho scritto è risaputo, ma ho bisogno di sfogarmi! Sabato, 24 novembre 2007Italia.it: negato l'accesso agli atti
Vi ricordate del famoso portale italia.it di cui vi avevo già parlato qualche settimana fa? Un'associazione consumatori (Generazione Attiva) si è mossa chiedendo lumi su come sono stati spesi i soldi per la realizzazione del portale italia.it. A quanto pare non ci è concesso di sapere.
Eppure i soldi sono i nostri. Scandaloitaliano aveva chiesto chiarezza sull'operazione italia.it, ma nonostante le 1500 firme raccolte per poter avere maggior documentazione, gli è stato risposto che la richiesta sarebbe dovuta pervenire da parte di un ente che rappresentasse i consumatori. E così si è mossa Generazione Attiva. Nonostante questo, il governo si è rifiutato di documentare il 'conto' di 45 milioni di euro. Qui c'e' la richiesta e qui la risposta. Queste notizie non dovrebbero passare inosservate, ma scommetto che nessun giornale e nessuna TV ne parlerà. Chissà come mai! Per chi non avesse seguito la vicenda, riporto alcune fonti che descrivono la storia del portale da 45 milioni di euro, le vicende che l'hanno portato alla chiusura, e il rifiuto dell'accesso agli atti per verificare come sono stati spesi i soldi pubblici: - La storia su Scandaloitaliano. - La chiusura di italia.it, scandaloitaliano. - La descrizione della storia su webimpossibile. - L'analisi su Themillionportalbay. - La storia di italia.it su guardavalle online. Ripugnante. Giovedì, 22 novembre 2007Internet e censura
Penso che ormai tutti abbiano più o meno sappiano che in Cina il governo, dietro scuse non molto ragionevoli, obbliga gli internet provider ad adottare dei filtri che impediscono l'accesso libero alla rete. Quando qualcuno cerca insistentemente di accedere ai siti banditi, rischia di venire addirittura disconnesso.
Sono stati considerati sovversivi anche molti siti commerciali, siti di notizie, blog, forum, e addirittura i motori di ricerca. Tra questi siti vi sono ad esempio Blogspot, Idletype, Freechina, Internetfreedom, Amnesty, Humanrightswatch, Geocities, Yahoo News Asia, Chinatopnews, CNN, Christusrex, Amazon, E-bay, Linux, Slashdot, Babelfish, MIT, Casa Bianca, e moltissimi altri. Nonostante ci siano quasi 20 milioni di utenti che scrivono nei blog, pochissime volte essi trovano il coraggio di ciriticare il governo, e sono già state arrestate più di 50 persone per essersi espresse liberamente sulla rete. Gli internet provider invece hanno la responsabilità di controllare i contenuti, impiegando una quantità molto grande di persone che si occupano di mantenere aggiornati tutti i sistemi di filtraggio in modo da impedire l'accesso ai materiali ritenuti sconvenienti. Ad esempio, il governo Cinese ha stabilito che la musica straniera dovrà essere approvata dal Ministero della Cultura prima di essere importata. Di conseguenza, gli internet provider cercano di bloccare e impedire che gli utenti cinesi possano scaricare canzoni e musichette che non siano approvate. Purtroppo, prendendo esempio dalla Cina, altre nazioni (poco più di una decina) hanno cominciato ad applicare filtri più o meno evoluti sulla rete, in Bielorussia ad esempio, esiste un monopolio statale nelle telecomunicazioni, e vengono normalmente bloccati i siti divulgativi dell'opposizione nei periodi di elezioni e vengono sabotati i siti di informazione indipendenti. In Russia Putin sta tentando di "staccare" l'Internet russa dal resto di Internet e sta progettando una sua rete che sia completamente controllabile. Il suo governo sta cominciando a incutere paura negli utenti della rete al punto da influire sugli autori di blog e addirittura nelle chat. Per eliminare l'opposizione politica ha già comprato siti di informazione, manipolandoli in modo da non essere più una minaccia alla sua autorità, tra i quali www.gazeta.ru. Non trovo giusto che nel 2007 ci siano ancora luoghi sul nostro pianeta dove i diritti umani non vengono rispettati. E' palese che in queste nazioni si tende a reprimere la libertà e a manipolare l'informazione solo a scopo di detenere il controllo e il potere anche quando si va contro l'interesse pubblico. Mercoledì, 14 novembre 2007Clemente Mastella denuncia Beppe Grillo
"La magistratura è stata fermata dalla politica. Una volta, nel 1992, con Falcone e Borsellino si usava il tritolo. Oggi interviene direttamente il ministro della Giustizia".
Questa è la frase che ha mandato su tutte le furie Clemente Mastella, al punto da muoverlo ad intraprendere azioni legali nei confronti di Beppe Grillo. Personalmente credo che Grillo a volte esageri un pò con le affermazioni, e che spesso parla di argomenti dei quali non è profondamente a conoscenza, per cui qualche stupidaggine gli scappa. D'altra parte è un comico. Però in quello che dice, spesso c'e' della verità, e ogni tanto mi trova dalla sua parte. Io ho firmato la sua iniziativa. Ribadisco quello che mi è già capitato di dire: per ottenere giustizia in Italia diventa sempre più frustrante rivolgersi alle autorità ufficiali, mentre risultati più rapidi si trovano appellandosi al Gabibbo, alle Iene, al Capitan Ventosa e a Beppe Grillo. Che immagine avrà il mondo di noi? E non parlo generalizzando. Pochi giorni addietro, attraverso una truffa, è stata rubata l'auto ad un mio amico il quale ha pubblicato un annuncio di vendita su una rivista del settore. Esponendo denuncia si è sentito rispondere: "Lasci perdere, a quest'ora l'avranno già smontata, non la troverà mai più". Scoraggiante. La tipologia di truffa è prontamente replicabile, quanto ci vuole a pubblicare alcuni annunci-esca e tendere una trappola a queste persone losche? Dobbiamo aspettare che lo faccia Moreno Morello su Striscia la notizia???? Sabato, 27 ottobre 2007La giustizia in Italia e Striscia la notizia
Questa sera guardando la famosa trasmissione "Striscia la notizia" ho fatto alcune riflessioni.
Esistono situazioni vergognose che si protraggono per anni, e nessuno fa nulla, fino a quando un uomo con una ventosa in testa, un coretto sardo, un pupazzo rosso e una serie di altre figure dall'aspetto poco credibile interpellano i responsabil i quali, solitamente entro brevi periodi, vi porgono rimedio. Mi chiedo spesso se tutti gli uomini hanno davvero una coscienza.. e quando si perderà l'abiudine di essere egoisti e pensare solo ad arricchire se stessi gravando sulla società (facendo lavori inutili, creando enormi opere che rimangono incompiute, comprando materiali e macchinari e abbandonarli inutilizzati...). La cosa più scandalosa, che comunque ormai penso tutti conoscono, è che la giustizia in Italia spesso non funziona, e le pene sono facilmente eludibili. Che figura facciamo nei confronti degli altri stati, visto che per far funzionare le cose, invece di appellarci alle autorità, dobbiamo rivolgerci al "Gabibbo", a "Capitan Ventosa" e ai loro compagni? Mercoledì, 24 ottobre 2007Anche Slashdot parla del progetto di legge Levi-Prodi (Internet Tax)
Ebbene si, come poteva passare inosservata una notizia come questa?
Oggi su Slashdot è apparso un articolo su questo argomento, prendendo come spunto ciò che è scritto sul blog di Beppe Grillo. Credo sia l'ennesima figuraccia pubblica. Invece di promuovere l'utilizzo della tecnologia e difendere la libertà di espressione, sembra di tornare indietro ai tempi del medioevo. In tanti dicono che questo progetto di legge non vedrà mai la luce, altri invece sono preoccupati. Certo è che la nostra classe politica non è molto al passo con i tempi, e non incentiva l'innovazione. |
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